È vero che, sulla base di documenti, quali i papiri del Mar Morto, la datazione dei Vangeli andrebbe spostata al 40-50 d.C.? Piero
Tra i rotoli del Mar Morto (la cui datazione non può andare oltre il 68-70 d.C.) non è stato trovato alcun testo di cui si possa provare l’appartenenza al Nuovo Testamento (molto improbabile è l’identificazione del frammento 7Q5 con un brano di Marco).
In base allo studio dello stadio finale dei Vangeli e al confronto tra di loro si possono fare alcune considerazioni sulla loro datazione.
È probabile che tra il 40 e il 60 siano stati messi per iscritto vari contenuti dei fatti e dei detti di Gesù, tramandati dagli apostoli alla luce della Pasqua: uno dei primi deve essere stato il resoconto della Passione, quindi alcune raccolte di insegnamenti, detti e parabole, assieme a narrazioni di miracoli operati da Gesù, a cui infine si aggiunsero tradizioni sulla sua infanzia (presenti solo in Matteo e Luca).
Tutto questo materiale che iniziava a circolare in forma scritta era supportato da tradizioni orali di carattere testimoniale, ed ciò che poi i singoli evangelisti hanno utilizzato per arrivare alla redazione finale (probabilmente tra il 70 e l’80 in sinottici Marco, Matteo, Luca: ci sono in essi vari indizi che fanno pensare come già avvenuta la caduta di Gerusalemme del 70).
Ciò che afferma Luca nel prologo al suo Vangelo (Lc 1,1-4) si può presumere valga in modo analogo per gli altri evangelisti.
[Famiglia Cristiana del 13/05/2012]