Amore o carità? (1Cor 13)

Nelle traduzioni di 1Cor 13 quasi sempre si trova la parola “carità”; per alcuni è meglio tradurre con “amore”. Quale è preferibile?   Sergio Gentilini

La parola originale greca utilizzata da san Paolo è agàpe (femminile); diversa da eros, amore di desiderio che punta al possesso, e da philìa, amore di amicizia che gode della libera risposta dell’amato; gli autori del Nuovo Testamento preferiscono di gran lunga agàpe (e il verbo agapào; insieme si contano più di trecento ricorrenze), perché ritengono che meglio delle altre esprima il tipico amore cristiano: una cura da parte di una persona verso un’altra che implica la disponibilità al sacrificio di sé, il gesto concreto di chi va incontro all’altro in modo gratuito, con l’unico desiderio del bene dell’altro.
Non sarebbe sbagliato tradurla con “amore”; ma c’è il rischio – poiché il termine è così inflazionato – che sia equivocato; perciò si tende a tradurlo con la parola più specifica “carità” (anch’essa tuttavia può avere il limite di essere associata al concetto riduttivo di elemosina; cf. l’espressione “fare la carità”).

[Famiglia Cristiana del 11/12/2011]