I giusti dell’Apocalisse (Ap 7,9)

I giusti di cui parla l’Apocalisse (7,9) sono necessariamente credenti, anche se in altre religioni?   Andrea Annibale Chiodi

L’Apocalisse non utilizza la parola “giusti”, ma poco prima si parla dei “servi”, i 144 mila che sono segnati con il sigillo (Ap 7,3-4), segno di appartenenza a Dio (e perciò di protezione dal male).
La differenza dalla “moltitudine immensa” di cui si parla poco dopo non è tra chi è segue altre religioni, infatti sia i 144 mila (numero simbolico, che deriva dal multiplo di dodici, come le tribù d’Israele e gli apostoli) che quella moltitudine innumerevole e universale appartengono allo stesso popolo messianico e hanno in Cristo-agnello l’unico pastore di tutti (cf. 7,17): la distinzione che più probabilmente ha in mente l’autore, invece, è tra chi ha già alle spalle la grande tribolazione e si trova ormai vittorioso davanti a Dio (la moltitudine con le vesti bianche e le palme) e chi si trova ancora in situazione di lotta e tribolazione e per questo ha bisogno del sigillo che preserva dal male.

[Famiglia Cristiana del 25/09/2011]

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