Perché Gesù nelle beatitudini dichiara una serie di “beati” e non di “giusti”? Che differenza c’è tra un beato e un giusto? Andrea A.C.
“Beato” (makários in greco) significa “felice”, “fortunato”. Mentre nei libri biblici sapienziali, in qualche modo, si sosteneva soprattutto la beatitudine dei giusti (cf Salmo 1,1: «Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi»; Proverbi 29,18: «Beato chi osserva la Legge»), nei libri profetici e apocalittici vengono proclamati beati specialmente coloro che si trovano in una situazione di mancanza o di disgrazia, a essi è promessa la salvezza.
Le beatitudini che troviamo in Mt 5 in parte si riallacciano a quest’ultimo filone: queste persone svantaggiate sono beate essenzialmente perché sono oggetto di un amore preferenziale da parte di Dio.
Ed è Gesù stesso con la sua vita, la sua predicazione, il suo agire in favore degli emarginati, malati, peccatori, che ce lo manifesta.
Invece, egli mette in guardia chi ritiene di fondare una propria giustizia unicamente mediante l’osservanza dei precetti, magari disprezzando gli altri (cf Mt 9,13; Lc 18,9-13).
[Famiglia Cristiana del 24/07/2011]