Antigiudaismo in Matteo? (cf. Mt 27,25)

Si fa risalire l’antigiudaismo alla maledizione di Matteo 27,25: «Il suo sangue cada su noi e i nostri figli». Salvatore C.

Effettivamente il grido della folla durante la passione – considerato da molti il versetto più difficile di tutto il Vangelo di Matteo – è stato interpretato, o piuttosto sarebbe meglio dire “usato”, in chiave antigiudaica (ma si veda a tal proposito l’interpretazione autorevole del Catechismo della Chiesa cattolica del 1992, n. 597).
Una nuova lettura, più rispettosa dell’impostazione dell’evangelista Matteo, che era particolarmente attento allo sfondo giudaico (i suoi destinatari erano giudei credenti in Gesù), permette di spiegare quel versetto in chiave sacrificale-espiatoria: il sangue di Gesù è visto non come quello che grida vendetta, ma come quello che invoca il perdono.
È infatti quello della nuova alleanza in grado di espiare i peccati di tutti (cf. le parole dell’ultima cena in Mt 26,28), giudei inclusi.
La dichiarazione della folla non è dunque espressione di auto-maledizione (e tanto meno riguarderebbe le generazioni successive!), ma essenzialmente una invocazione per ottenere il perdono.

[Famiglia Cristiana del 06/03/2011]

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