Le storie di pedofilia richiamano il Vangelo in cui Gesù inveisce contro chi dà scandalo. Come leggerlo? Aurelio B.
«Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato in mare» (Mc 9,42).
L’ammonimento di Gesù – malgrado si presti molto all’attualità e venga citato a tal proposito con giusta indignazione – non era indirizzato contro chi aveva commesso abusi sessuali sui bambini.
Con la parola “piccoli” non sono intesi in primo luogo i bambini, bensì più genericamente coloro che sono fragili nella fede, ad esempio coloro che di recente hanno iniziato il cammino cristiano (e perciò – quando rientrano in questo caso, come avviene spesso – sono specialmente i bambini), ancora deboli, indifesi.
Chi in qualsiasi modo li induce a inciampare e cadere (questo è il senso di “scandalizzare”, cfr Rm 14,13s), facendogli perdere la fede, commette un’azione gravissima; l’immagine è intenzionalmente iperbolica (come quelle di Mc 9,43-47): addirittura sarebbe preferibile affrontare la terribile morte per affogamento, legati a un peso che fa affondare inesorabilmente negli abissi, piuttosto che traviare questi piccoli.
[Famiglia Cristiana del 25/04/2010]