Come mai i discepoli stentano a riconoscere il Signore risorto? Aveva forse un altro volto?
I racconti delle apparizioni di Gesù risorto, in Luca e Giovanni, sono effettivamente caratterizzati da questo particolare: in un primo momento i discepoli non lo riconoscono (i due di Emmaus, Lc 24,16; Maria Maddalena e poi i discepoli presso il lago di Tiberiade, Gv 20,14; 21,4). È come se il risorto avesse una nuova identità, per cui il rapporto che essi avevano con il Gesù terreno — che comunque è presupposto all’identificazione — deve salire di livello, attraverso un processo di riconoscimento che coincide con un itinerario di fede: da un “vedere” basato unicamente sulla vista esteriore a un “vedere-comprendere” basato sull’accoglienza interiore di questa novità sconvolgente. Tale riconoscimento comporta il passaggio dal dubbio alla certezza, dalla paura alla fiducia (e questo aspetto è presente anche nei racconti pasquali di Marco e Matteo).