Perché traduciamo con «Dio» un termine ebraico plurale?

Perché il termine Elohim nelle Bibbie cristiane è tradotto con «Dio», al singolare, pur essendo in ebraico un plurale?
Alcuni sedicenti esperti ritengono di aver trovato nella Bibbia ebraica le prove dell’esistenza di extraterrestri, scambiati nei tempi antichi per degli dèi: l’argomento chiave è che nel testo sacro tradotto letteralmente sarebbero ravvisabili tracce di politeismo, tra le quali spiccherebbe il termine «Dio», che in ebraico ha forma plurale, Elohim. Tale forma plurale – con ogni probabilità da considerarsi un plurale astratto, di intensità o sovranità – è però fissa (si pensi alla parola italiana «ipotesi») anche quando i verbi o gli aggettivi correlati sono coniugati al singolare. L’errore sta nel confondere la forma grammaticale di un termine con il suo significato. L’esistenza di tracce di politeismo, poi, è ben nota, e deriva dal fatto che la cultura biblica si forma nel contesto delle culture circostanti contrassegnate appunto dal politeismo. Nella Bibbia emergerà invece una chiara presa di distanza da quest’ultimo per arrivare al culto del Dio unico, che sta al centro della fede biblica (cfr. Dt 6,4).

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