Nel Salmo 139,8 si legge: «Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti». C’è una presenza o una signoria di Dio sugli inferi e in che termini, dato che sono quasi sempre descritti come il regno del Maligno?
Questo salmo è una delle più mirabili meditazioni poetiche sull’onnipresenza, onnipotenza e onniscienza di Dio. Il v. 8 in particolare vuole sottolineare che Dio non solo abita i cieli, luogo della sua stabile dimora, ma che penetra ogni cosa, per cui non c’è nessun luogo che sia tanto lontano o tanto oscuro – come erano considerati gli inferi – che non sia raggiunto da lui e dalla sua potenza (cfr. Am 9,2; Pr 15,11; Sal 7,10; Sir 16,18-19; ecc.). Gli inferi, nella concezione ebraica antica, non sono intesi come il regno del Maligno, ma più semplicemente il luogo dove finiscono i morti, in cui non c’è vita (cfr. Sal 6,6; 88,12-13, Qo 9,5s). Il concetto di una vita oltre la morte e/o di una risurrezione si farà strada solo in alcuni testi per lo più tardivi dell’Antico Testamento (cfr. Is 25,8; 26,19; Dan 12,2; Sap 3,1-3).