Non c’è una diversità tra la figura di un Dio violento nell’Antico Testamento e misericordioso nel Nuovo? (Vito P.)
Questa impressione può ingenerarsi in chi legge alcuni testi biblici senza aver presente la loro natura specifica e soprattutto i princìpi che guidano la loro corretta interpretazione. Il problema era sentito già nei primi secoli dell’era cristiana. Ma la Chiesa ha sempre sostenuto l’unità dei due testamenti. In effetti l’Antico Testamento presenta alcuni brani che per la violenza e la crudeltà attribuita a Dio possono suscitare sconcerto (come la legge dello sterminio dei nemici, compresi donne e bambini), ma questi racconti risentono del genere letterario tipico dell’epopea della conquista, esprimono l’esigenza di non venire a contatto con culti idolatrici, e non sono necessariamente cronache storiche dei fatti. La Bibbia va letta e spiegata tenendo presente tutte le sue parti, evitando di isolare alcuni passi e tanto meno attribuendo direttamente a Dio violenza e immoralità. Si deve invece mettere in luce come tantissimi brani dell’Antico Testamento ci mostrano il volto di un Dio altrettanto misericordioso di quello che poi ci viene rivelato in pienezza attraverso Gesù Cristo.