Come interpretare il libro della Genesi quando parla della creazione, di Adamo ed Eva, del peccato originale, di Caino e Abele e di tutta la discendenza? [Marco]
Riguardo a questa parte del primo libro della Bibbia (Genesi 1-11), essa non va interpretata come un resoconto storico e tanto meno scientifico sull’origine del mondo e della presenza dell’umanità sulla terra. Si tratta piuttosto di una profonda riflessione sapienziale e poetica che, attraverso il ricorso a immagini, al genere mitico ed epico, vuole trasmettere alcune basilari verità di ordine teologico e filosoco: il mondo è stato creato da Dio, pertanto gli elementi della creazione non vanno divinizzati (come avveniva nelle culture antiche, per esempio con il sole o con alcuni animali); l’uomo e la donna insieme, come immagine di Dio, rappresentano il coronamento del creato, che a essi è affidato; il male nel mondo è originato dal cattivo uso della libertà; Dio non abbandona l’uomo nel suo peccato ma promette la salvezza. Quelle tradizioni letterarie risalgono a un periodo della storia d’Israele – come quello dell’esilio – in cui si sentiva il bisogno di rafforzare la fede nel Dio unico e provvidente.