Qual è il significato delle espressioni: «L’opera di Dio è credere» (Gv 6,29) e: «I vostri padri mangiarono la manna e sono morti» (Gv 6,49)?
Entrambe le domande riguardano il discorso di Gesù sul pane di vita (Gv 6,25 59). Il punto di partenza è un certo fraintendimento legato alla moltiplicazione dei pani (Gv 6,1-15). Gesù invita a darsi da fare non per il cibo che deperisce, ma per quello che dura per la vita eterna. Pensando in modo legalistico-retributivo, la gente si chiede quali opere deve compiere per ottenere quel pane di vita, e Gesù risponde indicando che un’unica “opera” è richiesta da Dio all’uomo per ottenere la vita, il credere nel suo inviato, Gesù (cfr. anche At 16,30-31). La seconda affermazione è posta nella parte in cui il discorso diventa più prettamente eucaristico e si fa il confronto con la manna, che aveva nutrito il popolo durante l’esodo (cfr. Gv 6,31): essa aveva garantito la sussistenza momentanea (essi morirono nel deserto, cfr. Nm 14,35), ma non la vita eterna, data dal pane disceso dal cielo: «Se uno mangia di questo pane – dice Gesù, cioè la sua carne – vivrà in eterno» (Gv 6,51).