Nell’episodio dei discepoli di Emmaus, Gesù, richiamando la Scrittura, afferma che il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno (Luca 24,46). A quali passi si riferiva? BENIAMINO T.
Nel passo citato (cfr. anche Lc 18,31-33; 1Cor 15,4: «È risorto il terzo giorno secondo le Scritture»), il riferimento biblico più pertinente si trova in Osea 6,2, dove il profeta vuole esprimere che, se il popolo si converte dagli idoli, Dio in un breve lasso di tempo risolleverà le sue sorti: «Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza». Questo “risollevamento” di Israele dalla Chiesa nascente viene applicato al risuscitamento di Gesù da parte di Dio. In ogni caso, quando si parla del “terzo giorno” l’accentuazione non è tanto cronologica quanto teologica: non si vuol dire cioè che Gesù è risuscitato esattamente tre giorni dopo la sua morte, ma soprattutto che Dio non lo ha lasciato in balìa della morte (cfr. Atti 2,24), e che con sollecitudine lo ha sottratto a essa rivendicandolo per sé.