Vorrei un chiarimento su Mt 19,10-12, quando Gesù dice che non è dato a tutti di capire la parola sullo sposarsi e poi qualcosa di analogo dice anche sull’essere “eunuchi”. LISA R.
Per chiunque ha aderito al Regno di Dio inaugurato da Gesù, sia lo sposarsi sia il non sposarsi rappresenta qualcosa che può essere compreso e vissuto soltanto da chi lo accoglie come un dono, quasi una rivelazione personale (Mt 19,11.12). In particolare va notato che nella sentenza sugli eunuchi l’accento cade sul terzo caso, dopo quello di coloro che dalla nascita sono impossibilitati ad avere rapporti sessuali (e a procreare) e il caso di quelli che vengono resi tali dagli uomini (cfr. la castrazione imposta per vari motivi): da ultimo ci sono coloro che «si sono fatti da sé eunuchi per il regno dei cieli», vi è cioè il celibato di chi non si sposa e non fa gli per essere tutto dedito alla causa di Dio e del suo Regno. Con ogni probabilità Gesù intendeva ribattere a chi giudicava strano e per no esecrabile il celibato (poiché ritenuto contrario alle norme religiose, cfr. Gen 1,28) vissuto da lui e da alcuni suoi discepoli.