Nel Vangelo di Matteo si trova la domanda che Pietro rivolge a Gesù, se si deve perdonare fino a sette volte un fratello che commette peccato (cfr. Mt 18,21-22). Che cosa significa esattamente «fino a settanta volte sette» con cui Gesù risponde? MARCO G.
Perdonare è sempre difficile… già una volta soltanto! Secondo la tradizione giudaica si riteneva si potesse perdonare no a tre volte lo stesso peccato, per poi riconciliarsi con chi l’ha commesso. Pietro su questo tema fa la domanda, una di quelle tipiche da discepolo al maestro, ampliando la possibilità no a sette, probabilmente aspettandosi da parte di Gesù una correzione al ribasso (sullo sfondo c’è il testo di Gen 4,24 in cui il “sette volte” ampliato a “settantasette” è usato per indicare la rappresaglia illimitata). Alla logica della vendetta, Gesù contrappone l’evangelico perdono senza limiti (questo significa “settanta volte sette”), così come Dio fa con l’uomo. La successiva parabola del servo, debitore graziato che poi diventa creditore spietato (cfr. Mt 18,23-35), vuole illustrare questo insegnamento e mettere in guardia chi indurisce il cuore e si chiude al perdono da concedere al fratello.