Qual è il significato di “conversione” (o di “convertirsi”) nelle lingue originali della Bibbia? DOMENICO D.
Ciò che nell’Antico Testamento viene tradotto con “conversione” normalmente è legato al termine ebraico shub, che ha il signicato di “volgersi, tornare, ritornare”, e in ambito religioso indica il più delle volte un allontanarsi dal male per ritornare a Dio, e inspecico all’osservanza della legge mosaica. Nel Nuovo Testamento i due termini principali greci connessi a questo concetto sono (epi)strépho (sinonimo dello shub ebraico) e metanoéo. È soprattutto quest’ultimo termine che a partire dalla sua etimologia (meta + nous = “cambiare mente”) veicola un concetto particolare: indica infatti in primo luogo non un aspetto morale, ma un rinnovamento della mentalità, un ricredersi e cambiare modo di pensare e di vedere le cose (cfr.Mc 1,15). A seconda dei contesti ovviamente può signicare anche “pentirsi, provare rimorso, fare penitenza”, con riferimento al campo morale (cfr. Mt 11,21).