Il nuovo Messale e la formula “per tutti” invece di “per molti”

Il nuovo Messale nelle parole sul calice durante la consacrazione conserva la formula «versato per voi e per tutti», ma in Mc 14,24 si legge «versato per molti» (in latino: “pro multis”). Non bisognava cambiare? Lorenzo A.

Di tutta la grande discussione su questa formula ci limitiamo all’aspetto filologico. L’originale greco del testo di Mc (e anche Mt) ha “hypèr pollôn”, che tradotto letteralmente significa “per molti”. Tuttavia occorre tener presente che Gesù non parlava greco, perciò quel “per molti” sta traducendo un originale aramaico/ebraico che dice “per le moltitudini” (“rabbim”, come il servo in Is 53,2: «egli portava il peccato di molti»). Mentre infatti in italiano (e in altre lingue) “molti” ha un senso restrittivo, vuol dire cioè “molti, ma non tutti”, In ebraico quel “molti” significa “le moltitudini”, un numero indefinito che corrisponde al nostro “tutti” (cfr. anche Mt 22,14: «molti sono i chiamati…»). D’altronde Paolo afferma chiaramente che Cristo è morto per tutti (2Cor 5,15). In effetti questo è uno di quei casi in cui una traduzione troppo letterale rischia di non essere fedele all’intenzione originaria del testo. Perciò è da salutare con favore la scelta di non cambiare quella formula.

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