Confrontando nei quattro Vangeli le parole che Gesù pronuncia prima di morire vi sono delle differenze tra Marco («Dio mio, perché mi hai abbandonato?»), Luca («Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito») e Giovanni («Tutto è compiuto»). Come spiegare queste discrepanze? E.P.
Da queste (e altre) differenze che si possono trovare confrontando i Vangeli si può costatare che gli evangelisti non sono dei meri ripetitori di tradizioni (orali o scritte) che hanno ricevuto dagli apostoli o da testimoni dei fatti che essi raccontano, ma ciascuno di loro – senza trascurare il dato storico – presenta un suo ritratto originale di Gesù. Proprio esaltando i tratti originali di ciascun Vangelo emerge il pensiero peculiare di ogni evangelista, il suo intento anche in rapporto alla comunità per la quale esso viene composto. Nell’esempio portato dalla lettrice, si evince come Marco di Gesù che muore sottolinei la sua solitudine e il sentirsi abbandonato da Dio (è l’invocazione tratta dal Salmo 22), che si può intendere come un atto di solidarietà verso tutti coloro che vivono una condizione simile; mentre Luca ci tiene a mostrare come Gesù muoia nella pace, affidandosi a Dio, quale esempio di un morire cristiano; Giovanni, dal canto suo, vuole mostrare un Gesù che porta a compimento l’opera che il Padre gli ha affidato.