La parabola del ricco epulone, invito alla nostra conversione

Nel Vangelo di Luca (16,1931) troviamo la parabola del giovane ricco e del povero Lazzaro. Quando muore, Lazzaro viene portato nel seno di Abramo, mentre il ricco finisce nei tormenti. Nel dialogo fra Abramo e il ricco, questi si preoccupa della sorte dei suoi cinque fratelli. Se si fosse mostrato pentito sarebbe stato accolto da Abramo? MARCO

La parabola in questione non ha come intento quello di descrivere la realtà della vita oltre la morte, facendo pensare, ad esempio, al paradiso o all’inferno; è piuttosto un racconto sapienziale con fini didattici che – seguendo il tema caro al Vangelo lucano, della povertà richiesta dalla sequela di Gesù – intende mostrare soprattutto ai ricchi il grande rischio di pensare solo a sé stessi chiudendosi ai bisognosi (dei quali come in questo caso si finisce per non accorgersi). C’è soltanto questa vita per poter soccorrere i poveri, e ciò pesa nel giudizio morale. Le risposte dure che vengono dal padre Abramo (rifiuta ogni richiesta, anche apparentemente altruista del ricco), più che essere una condanna definitiva del ricco, sono un forte invito alla conversione per l’ascoltatore: si è ancora in tempo per cambiare mentalità e accogliere l’insegnamento salvifico che viene dalle parole di Abramo. D’altronde a chi non vuole convertirsi non basterebbe nemmeno un segno prodigioso come l’apparizione di un morto, mentre nella Bibbia («Mosè e i profeti») c’è già tutto quello di cui si ha bisogno per essere salvati, basta mettersi in ascolto della Parola.

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