Come spiegare la frase di Gesù: «Chi odia la propria vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna» (Giovanni 12,25)? È forse un invito a odiare la propria vita? DONELLA BURZI
C’è un testo simile nel Vangelo di Marco, che forse rende più comprensibile il senso da dare a quella affermazione così forte: «Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà» (Marco 8,35). Da entrambi i contesti si evince che l’invito di Gesù non è certamente quello a “odiare” sé stessi (renderebbe anche impossibile applicare il comandamento di amare il prossimo come sé stessi!), ma è quello di non ricercare egoisticamente la propria affermazione, di non perseguire i propri interessi (pensieri, desideri, progetti) quando essi sono in contrasto con la sequela di Gesù, con la sua decisione di portare a compimento il disegno salvifico che comporta la donazione totale fino alla croce. Della vita del cristiano fa parte anche questo sforzo o combattimento (cfr. Luca 13,24; Matteo 7,13), che tuttavia è del tutto funzionale – e non di meno necessario – alla sequela di Gesù.