La comprensione

La comprensione di una parabola, che culmina in una illuminazione istantanea, include vari momenti distintivi:

  1. capire il racconto;
  2. coglierne la pointe (il punto culmine), pronunciando un’opinione-giudizio (cfr. 2Sam 12, 5: "Quell’uomo è degno di morte");
  3. cogliere la complementarietà tra la vicenda fittizia e quella reale, in modo da poter trasferire dall’una all’altra, il giudizio già pronunciato.

Segue quindi l’"effetto sorpresa", che scatta appena ci si rende conto di essere interpellati o coinvolti in prima persona in qualcosa che implica il mettersi in questione.

E’ quindi un procedimento di tipo argomentativo, che implica un mascheramento per impedire che l’interlocutore sia messo subito direttamente di fronte la realtà che lo coinvolge.

Per poter funzionare il racconto deve portare una precisa valutazione e non un’altra; inoltre deve avere sì un mascheramento, una certa differenza con il reale, ma deve altresì possedere sufficiente somiglianza.

Si dice che la parabola ha un solo "punctum comparationis" (punto culminante da paragonare tra fittizio e reale): si vuole dire che non tutti gli elementi della vicenda fittizia vanno trasferiti in quella reale (ce ne sono di eccedenti: cf. in 2Sam 7 Davide non è ladro di bestiame; per la parabola del granello di senapa [Mc 4,30-32] non è importante il sapore o il colore; nella parabola del ladro l’aspetto in questione è solo l’imprevedibilità non certo la disonestà); se tutto fosse trasferibile tra le due situazioni non ci sarebbe solo corrispondenza strutturale ma addirittura identità, non si avrebbe il "mascheramento", che è indispensabile al funzionamento della parabola.

Ciò non implica necessariamente che i singoli elementi non abbiano valore, ma solo che non hanno valore autonomo, valgono per il rapporto che scaturisce dalla loro correlazione.

Infatti nella parabola del granello di senapa il punto da trasferire non è la piccolezza iniziale, né la grandezza finale, bensì il rapporto dinamico che le collega; altresì nella parabola del tesoro e della perla (Mt 13, 44-46): oltre al ritrovamento è indispensabile la vendita di tutti i beni.

La parabola non intende trasmettere un significato, altrimenti se ne potrebbe fare a meno e spiegare senza mascheramenti, ma vuole sortire un effetto.

BIBLIOGRAFIA: V. FUSCO, Oltre la Parabola, Roma 1983.

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