Lectio divina
La Lectio Divina è un modo di leggere la Scrittura che può essere fatto risalire ai primi tempi del Cristianesimo ed anche al Giudaismo dell’era precristiana.
La Lectio Divina comporta vari aspetti. Questi aspetti non vanno considerati come fasi differenziate, ma punti di vista di un singolo atto che è insieme semplice e complesso: semplice, perché fondamentalmente è un tentativo di rispondere alla Parola di Dio con tutto il nostro cuore, complesso perché fondamentalmente è un tentativo di rispondere alla Parola di Dio con tutto il nostro cuore. Nell’atto concreto della Lectio Divina questi aspetti possono essere distinti l’uno dall’altro, ma non separati. In quanto distinti, possono costituire il punto focale dove porre l’attenzione. In tal senso, per esempio, l’aspetto 1 è il momento in cui l’attenzione viene concentrata nello studio accurato della Bibbia, per scoprire il significato del testo nella sua situazione originaria. In realtà, tale studio è spesso visto come separato dalla lettura "spirituale" della Scrittura, quella vista cioè come risposta alla comunicazione di Dio contenuta nel testo. Ma se qualcuno sta veramente cercando di comunicare con Dio leggendo la Scrittura, tutti gli aspetti seguenti sono presenti, almeno implicitamente e potenzialmente.
1. Lectio [Scrutatio]. Questo aspetto consiste in una ripetuta lettura di un passo della Scrittura al fine di comprendere il significato che l’autore originario intendeva comunicare ai suoi lettori o ascoltatori. Leggi il testo con una penna o una matita in mano sottolineando le parole che ti colpiscono di più. Nella Lectio cerchiamo di capire il brano nel suo contesto originale; cerchiamo di avvicinarci il più possibile ad esso dal punto di vista storico, geografico, culturale. Qual era lo scopo religioso che il suo autore aveva in mente? Quando scrisse? Dove? In quali circostanze? Come è stato ricevuto questo messaggio dai destinatari originari?
Per questo aspetto della Lectio i commentari possono essere di grande aiuto. Cruciale è l’elemento religioso. Esso trascende infatti le circoscritte condizioni originarie nelle quali il testo ha visto la luce ed ha perciò una validità universale e durevole. La rilettura continuata può aiutarci a comprendere questo elemento religioso. Inoltre, tale rilettura ci può aiutare a collocare questo elemento nel contesto di tutta la Bibbia. In che modo lo Spirito, che è l’autore ultimo di questo brano e di tutta la Scrittura, vuole che esso si accordi con il resto che Egli ha ispirato?
2. Meditatio. Questo aspetto consiste in una riflessione sullo scopo ultimo del testo – l’elemento religioso originario dell’autore umano e divino – che trascende le limitazioni temporali e spaziali della situazione originale del testo. Meditatio cerca di conoscere ciò che il testo dice a me oggi. Per essere sicuro che quanto io penso che il testo sta dicendo a me oggi sia davvero quanto il testo dice e non ciò che io dico, devo assicurarmi che quanto è rilevante per l’oggi sia connesso con il significato originario (che si deduce dall’aspetto 1, la Lectio). Primo: il significato originale; secondo: la rilevanza di quel significato per l’oggi. Qual è la rilevanza per l’oggi dell’elemento religioso che l’autore, umano e divino, esprime nel testo? In che modo vengo provocato da questo elemento religioso che viene comunicato attraverso il testo? I destinatari originari si sono sentiti provocati dal testo; la provocazione che ricevo io dovrebbe essere come quella che ricevettero loro, anche se le circostanze della provocazione provata da me sono notevolmente diverse dalle loro.
3. Oratio. Questo aspetto consiste in una preghiera che viene dalla Meditatio. è una spontanea reazione del cuore in risposta al testo. è una richiesta di aiuto divino per riconoscere e per rispondere alle provocazioni che vedo nell’elemento originario comunicato attraverso le parole del testo. In questo modo l’Oratio può includere le richieste per una grande varietà di virtù. Lo Spirito ispirò il testo proprio avendo in mente queste richieste. Perciò lo Spirito è anche pronto a rispondere a tali richieste.
4. Contemplatio. Questo aspetto consiste nell’adorazione, nella lode e nel silenzio davanti a Dio che sta comunicando con me. è un tentativo di stare davanti al Dio onnipotente tenendo esposto il nostro cuore. "Cuore" qui va inteso in senso semitico, cioè il centro del nostro essere, quel punto in cui la nostra memoria, l’intelletto, la volontà, gli affetti si incontrano e dove "io" sono davvero "io". La vera contemplazione rivelerà sempre più me a me stesso in quanto rivela Dio sempre più a me stesso. La vera contemplazione mi aiuterà a vedere chi sono realmente, cioè, chi sono destinato ad essere secondo il punto di vista di Dio. Il centro privilegiato della contemplazione cristiana è Cristo, poiché è attraverso di lui che andiamo a Dio: conoscendo Cristo, conosco Dio e conosco me stesso. La Contemplatio conferisce a tutto il processo di lettura di un testo l’aspetto del dilettarsi nel comprendere. Nella misura in cui funziona, libera il processo dal pericolo dell’imporre su un testo una interpretazione ristretta, moralistica, un’interpretazione che è lontana dal perenne scopo di Dio che vuole rivelarsi nella sua parola sempre e ovunque.
5. Consolatio. Questo aspetto consiste nella gioia di pregare che viene da un "gusto" di Dio e delle "cose" di Dio. è un prodotto dello Spirito Santo, anche se naturalmente lo Spirito Santo non è legato alla Lectio Divina, dove questa consolazione spesso viene trovata. Dalla consolazione scaturiscono le scelte coraggiose come quelle della povertà, castità, obbedienza, fede, perdono. La Consolatio crea "l’atmosfera" giusta per queste scelte. Se questa "atmosfera" cessa, cessa anche la plausibilità di scelte cristiane radicali, e il cuore si volgerà a cercare da un’altra parte la sua gioia.
6. Discretio. Questo aspetto consiste nell’abilità di discernere il pensiero di Dio come viene espresso nella sua parola, specialmente come viene espresso nel suo Verbo, cioè in Cristo. Venendo in contatto con la parola di Dio e con il Verbo di Dio noi riceviamo un istinto per le scelte che sono proprie al cristiano, che sono proprie a me stesso come Dio vuole che io sia. Il mio cuore deve essere dominato dal cuore di Cristo, dalle intenzioni di Cristo, dalle scelte di Cristo. E questo non solo per la mia vita personale, ma anche per la mia vita quale membro del Corpo di Cristo che è la Chiesa. Fondamentalmente è quel discernimento che distingue tra i vari "spiriti" che sollecitano la mia attenzione e la mia fedeltà.
7. Deliberatio. Questo aspetto consiste nella scelta concreta di un’azione da compiere. è qui che si collocano le scelte implicate nell’elezione di una particolare vocazione, o nel portare avanti una particolare vocazione. Dio comunica con me in quanto individuo, ed io gli rispondo in base a questa comunicazione individuale. Se questa comunicazione è interrotta, la mia scelta di vocazione o il mio portare avanti la vocazione è in pericolo di essere distrutto, poiché prevarranno altre comunicazioni, in base alle quali il mio cuore farà altre deliberazioni, altre scelte.
8. Actio. Questo aspetto consiste nel mettere il pratica il frutto di tutti gli altri aspetti descritti sopra. Se mi impegno nella Lectio Divina non è per ricevere la forza di mettere in pratica ciò che io ho deciso, ma per capire meglio ciò che devo rispondere alla comunicazione di Dio attraverso la Scrittura, e come, cooperando con Dio nel dar forma al mio cuore, posso farlo. L’agire segue l’essere. La Lectio Divina cerca di dar forma al mio agire dando prima forma al mio essere. L’Actio riguarda soprattutto la scelta della vocazione e il modo di portare avanti la mia vocazione. Naturalmente devo sempre tenere presente che una vocazione non è una cosa privata tra me a Dio. è una scelta personale che ha conseguenze sociali, in quanto coinvolge sempre il Corpo di Cristo .
P. James Swetnam, S.J.